Discussione:
Tokyo Blues
(troppo vecchio per rispondere)
Rob (Senza Numero)
2009-09-02 05:24:26 UTC
Permalink
Di Pio d'Emilia su Il Manifesto del 1/9/2009

Sayonara, balena gialla. Dopo 54 anni di potere quasi assoluto, il partito
liberal democratico prende una clamorosa batosta. La maggioranza assoluta va
alla coalizione popolare, un «ulivo a mandorla». Ma già si profila lo
scontro con la vecchia burocrazia

I giapponesi hanno detto finalmente basta. E dopo aver sopportato
l'insopportabile, e 54 anni di potere pressoché assoluto e pressoché
ininterrotto, hanno sfidato noia e tifoni e hanno dato il benservito alla
Balena Gialla - così è chiamato il partito liberaldemocratico, la Dc
giapponese: spazzata via da un voto che ha superato ogni previsione.
I
l risultato delle urne è stato impietoso: 115 seggi sono improvvisamente
svaniti nel nulla (l'elenco dei trombati è impressionante, tre ex premier,
sei ministri in carica), trasferendosi all'opposizione. L'«Ulivo a
mandorla», la coalizione guidata dal Partito Democratico che comprende
socialisti e neopopolari (ma non i comunisti, che peraltro mantengono la
loro forza preelettorale e annunciano per la prima volta di non escludere,
su determinate questioni, un appoggio esterno al nuovo governo) ha
conquistato dunque la maggioranza assoluta della Camera: 308 seggi su 480.

Un successo strepitoso, senza precedenti e inaspettato. Al punto che al
proporzionale (in Giappone si vota con un sistema simile al nostro vecchio
«mattarellum») il numero di seggi conquistati supera quello dei candidati:
con la curiosa conseguenza che due seggi saranno assegnati, senza merito ma
senza mugugni, vista l'abbondanza, alla stralunata opposizione. «Comprendo
l'amarezza di Prodi - ci ha detto Naoto Kan, che domenica sera ha ricevuto
le congratulazioni dell'ex presidente del consiglio italiano - lui ha
cercato di governare con un solo voto di maggioranza». L'Ulivo a mandorla ne
avrà più di cento. E potrebbero aumentare, visto che la Balena Gialla dà
segni di disfacimento e già si annunciano voltafaccia. «Non ci sarebbe nulla
di male - commenta Shizuka Kamei, leader e unico eletto del minuscolo
Kokuminto, il nuovo Partito del popolo - molti di noi sono usciti dal
partito liberaldemocratico, sia pure in tempi diversi. Meglio tardi che
mai». Shizuka Kamei è in corsa per un ministero e molti sperano sia quello
della giustizia. Ex capo della polizia durante il '68, Kamei è oggi un
convinto abolizionista. La sua nomina significherebbe che il Giappone
rinuncia alla pena di morte. Ma non succederà, non subito, quanto meno.

«E' la prima volta che il popolo giapponese prende in mano il suo destino e
decide il suo futuro» ha detto, non senza una qualche ragione, Yukio
Hatoyama, il leader del Partito Democratico che fra due settimane verrà
nominato primo ministro: «Finisce un'era, quella dell'arroganza e della
corruzione, e ne inizia un'altra, della trasparenza e del rispetto dei
cittadini».
Yukio Hatoyama, 63 anni, figlio e nipote d'arte (il nonno è stato premier
prima della guerra, il padre ministro degli esteri negli anni '50),
imparentato per via materna con i padroni dell'impero Bridgestone (di qui,
pare, la sua passione per i motori, la Ferrari e il «made in Italy») non è
certo un estremista. A differenza di molti suoi colleghi e amici di partito,
che presto vedremo al governo, non ha nemmeno partecipato al famoso
zengakuren, il movimento degli studenti protagonista delle lunghe e violente
occupazioni degli atenei giapponesi negli anni '60. Ma sembra davvero
intenzionato a imprimere una svolta in un paese «vecchio», appesantito da
una classe politica corrotta e ignorante e da una burocrazia avida e
arrogante. Difficile dire quali, e sono tante, saranno le promesse
elettorali che il primo governo democratico del Giappone riuscirà a
mantenere, soprattutto nel breve periodo. Ma una cosa è certa: si ritorna
(meglio sarebbe dire, si comincia...) a «fare politica».

Riscrivere la finanziaria
Già ieri sera, il primo segnale. Nel corso di una conferenza stampa,
Hatoyama ha annunciato che il nuovo governo ha intenzione di riscrivere la
legge finanziaria, già predisposta dal governo uscente di Aso: «E' nelle
pieghe del bilancio che dobbiamo trovare i soldi per mantenere le nostre
promesse, senza aumentare la spesa e il deficit pubblico». Gli risponde, a
distanza, il direttore generale del ministero delle finanze, tale Mochizuki:
«Faccio modestamente notare all'onorevole Hatoyama che la legge finanziaria
va presentata e approvata in parlamento entro la fine di dicembre. Non ci
sono i tempi tecnici per riscriverla». Immediata la reazione del futuro
premier: «La legge finanziaria va presentata quando è pronta. E quando è
pronta lo decideremo noi». E' la prima schermaglia tra politica e
burocrazia, che promette di intensificarsi nei prossimi giorni, settimane e
mesi.
Nagatacho, il quartiere del Palazzo e dei ministeri, subirà una vera e
propria rivoluzione. Lo spoil system che Hatoyama ha in mente, e che non ha
precedenti per dimensioni e intensità, prevede una vera e propria
«occupazione» dei politici dei posti chiave. Si calcola che oltre un
centinaio di deputati - molti dei quali giovani e obiettivamente inesperti -
saranno «precettati» e nominati in posti di alta responsabilità nei vari
ministeri. Saranno aboliti i sottosegretari «amministrativi», burocrati di
carriera, e sostituiti da nomine politiche.
Ma la novità più interessante è l'istituzione del «Consiglio Strategico
Nazionale», composto da un numero ristretto di ministri e coordinato - a
meno di sorprese, sempre possibili - da Naoto Kan, in corsa sia per la
carica di vicepremier (o di Capogabinetto di Stato) che di un importante
ministero. Il Consiglio Strategico dovrebbe curare i rapporti con la
pubblica amministrazione e verificare l'adempimento delle direttive del
governo. Una prospettiva che ieri ha provocato l'ennesima, ma probabilmente
ultima, battuta acida di Taro Aso, il premier uscente: «ne vedremo delle
belle: finiremo in balia di un branco di dilettanti guidati da un
estremista».

Nuovi dilettanti e vecchi corrotti
Vale la pena ricordare che Naoto Kan, nella sua breve e unica esperienza di
governo (come ministro della sanità del governo Hata), divenne famoso - ma
da allora odiatissmo dalla burocrazia - quando decise di rivelare i nomi dei
funzionari che, con la loro negligenza, avevano provocato lo scandalo delle
partite di sangue contaminate dal virus Hiv. «Meglio dilettanti onesti che
vecchi e corrotti amakudari» ha tuttavia replicato, nel corso di talk show
post-elettorale, Ichiro Ozawa, l'ex leader del partito costretto alle
dimissioni due mesi fa per una storia di presunti finanziamenti illeciti,
riferendosi ai burocrati che, una volta raggiunta la pensione, «discendono
dal cielo» (appunto, amakudari) e si installano nei consigli
d'amministrazione di enti pubblici e imprese private. «Tutto questo deve
finire - ha continuato - i politici debbono governare, assumendosene le
responsabilità, e i burocrati debbono eseguire, possibilmente in silenzio».
Parole dure: segno che il gioco si fa pesante già all'indomani delle
elezioni. Si può immaginare la rabbia del buon Ozawa, uscito polemicamente
dal ventre della Balena Gialla più di vent'anni fa e da allora dedicatosi,
con altrne vicende, alla costruzione di una possibile alternativa. Ci
riuscì, con un vero e proprio capolavoro politico, nel 1993, quando
nonostante il partito liberaldemocratico si fosse aggiudicato comunque la
maggioranza relativa, mise insieme un'improbabile quanto estemporanea
coalizione sotto la guida di Morihiro Hosokawa, un elegante e inesperto
samurai in pensione. Durò poco, appena 11 mesi: il partito
liberaldemocratico, pur di tornare al potere, si mise d'accordo con l'allora
potente partito socialista offrendo al loro leader, Murayama, la carica di
primo ministro. Ozawa incassò la sconfitta e fondò un altro partito,
stavolta mettendosi d'accordo con l'odiatissima Soka Gakkai. Ma non era più
riuscito, fino a domenica scorsa, a trovare la strategia giusta per
riacciuffare il potere.
Ora c'è di nuovo riuscito, ma resterà dietro le quinte: non potrà, come il
suo mentore e maestro Kakuei Tanaka, il più popolare e corrotto premier del
dopoguerra, del quale fu prima portaborse e poi segretario personale,
giocare un ruolo pubblico. Intanto però ha già fatto sentire il suo peso.
Nonostante la promessa di Hatoyama di formare un governo di giovani, o
quanto meno facce nuove, sembra sia già riuscito a imporre per l'importante
carica di Ministro dell'Economia e Finanze, il nome del fedelissimo Hirohisa
Fujii, 84 anni. E' l'uomo che ricoprì la stessa carica, e non per caso, tra
il 1993 e 1994, nei governi «lampo» di Hosokawa e Hata.
Una decisione che, sen confermata, non farà piacere a Banri Kaieda, il
giovane deputato emergente che, contro tutte le previsioni, ha battuto sul
campo il potente ministro dell'economia uscente, Kaoru Yosano, e al quale,
presumibilmente, aspirava succedere.
akuma_tetsu
2009-09-02 18:53:55 UTC
Permalink
"E' la prima volta che il popolo giapponese prende in mano il suo destino e
decide il suo futuro" ha detto, non senza una qualche ragione, Yukio
Hatoyama, il leader del Partito Democratico che fra due settimane verra'
nominato primo ministro: "Finisce un'era, quella dell'arroganza e della
corruzione, e ne inizia un'altra, della trasparenza e del rispetto dei
cittadini".
Forse meglio non sbilancirsi piu' di tanto oppure i cittadini
giapponesi sono stati "fessi" per 54 anni consecutivi?

[cut]
Ma sembra davvero
intenzionato a imprimere una svolta in un paese "vecchio", appesantito da
una classe politica corrotta e ignorante e da una burocrazia avida e
arrogante. Difficile dire quali, e sono tante, saranno le promesse
elettorali che il primo governo democratico del Giappone riuscir� a
mantenere, soprattutto nel breve periodo. Ma una cosa e' certa: si ritorna
(meglio sarebbe dire, si comincia...) a "fare politica".
Visto che ICOG e' perpetuamente martellato ogni benedetta estate io
butto sul tavolo questa.
Dietro la forte pressione dei gruppi pacifisti giapponesi (se non
ricordo male c'era chi scriveva in ICOG che non erano troppo
"organizzati", se non sbaglio...) Hatoyama e' arrivato a dire che, se
dovesse andare al governo, procedera' alla costruzione di un nuovo
memoriale al posto dell'attuale Yasukuni, svincolato da qualsivoglia
legame religioso, in cui anche l’Imperatore possa recarvisi per
portare rispetto ai militari caduti senza il timore di scatenare nuove
polemiche (l'Imperatore non si e' mai recato allo Yasukuni dopo il
secondo conflitto mondiale...).
Vedremo: le promesse e' facile farle, facilissimo in campagna
elettorale. Tuttavia sarebbe una cosa buona anche per d'Emilia almeno
non dovra' inventarsi ogni anno un nuovo articolo...

[cut]
Nonostante la promessa di Hatoyama di formare un governo di giovani, o
quanto meno facce nuove, sembra sia gia' riuscito a imporre per l'importante
carica di Ministro dell'Economia e Finanze, il nome del fedelissimo Hirohisa
Fujii, 84 anni. E' l'uomo che ricopri' la stessa carica, e non per caso, tra
il 1993 e 1994, nei governi "lampo" di Hosokawa e Hata.
Una decisione che, sen confermata, non fara' piacere a Banri Kaieda, il
giovane deputato emergente che, contro tutte le previsioni, ha battuto sul
campo il potente ministro dell'economia uscente, Kaoru Yosano, e al quale,
presumibilmente, aspirava succedere.
Ma non doveva essere il Governo della "trasparenza e del rispetto dei
cittadini"?? Vedremo quel che succedera'...

--
"Secondo per evitare i flames basta proprio non rispondere. Poi se a
qualcuno piace alimentarli e' inutile piangere sul latte versato.
Voglio dire i flames scaturiscono dalle risposte, non dai thread di
per se stessi." DPR - 18 Sep 2004 - ICOG

Continua a leggere su narkive:
Loading...