ROB (Senza Numero)
2008-12-06 07:58:14 UTC
La Honda ha annunciato ad Aoyama, per voce dell'amministratore delegato
Takeo Fukui, il ritiro della scuderia dalla Formula 1.
Il team è ora stato messo in vendita. Il top manager ha spiegato che, alla
luce della pesante crisi del mercato automobilistico mondiale, era
necessario focalizzare le risorse della società nel core business, ossia
nella produzioni di automobili di serie. La cessazione delle attività in F1
farà risparmiare al colosso nipponico 500.000.000 di dollari. "Sono certo
che in un prossimo futuro non ci pentiremo di questa decisione" ha
commentato Fukui, che ha inoltre escluso la possibilità di restare nel
settore delle competizioni come semplice fornitore di motori.
Secondo alcune indiscrezioni sembra che anche l'impegno nel settore sportivo
delle motociclette verrà ridotto sensibilmente. Esponenti del governo del
Sol Levante si sono detti rammaricati per questa decisione.
La storia della Honda in F1 affonda le radici negli anni Sessanta, con la
prima vittoria siglata dallo statunitense Richie Ginther nel GP del Messico
del 1965. Tornata come fornitore negli anni Ottanta, ha raccolto successi
prestigiosi con Piquet, Prost e Senna, sino al ritiro nel 1992.
Il marchio rimase presente solo grazie alla sussidiaria Mugen sino al 1998.
Nel 1999 la società aveva programmato un ritorno con una propria scuderia:
il progetto, affidato ad Harvey Postlethwaite, fu abortito a seguito della
scomparsa del tecnico; e la Honda tornò solo come fornitore di motori alla
scuderia BAR (ex Tyrrell) che sarebbe stata acquisita in toto nel 2006, anno
in cui Jenson Button vinse il GP d'Ungheria. Da quel momento in poi la
scuderia ha vissuto un periodo molto negativo, con le ultime due stagioni
nell'anonimato.
La scuderia satellite Super Aguri, fortemente voluta dai tifosi per poter
permettere all'idolo giapponese Takuma Sato di continuare a correre in F1,
era stata chiusa dopo il GP di Spagna di quest'anno, ma davvero non si
pensava che le attività venissero definitivamente chiuse al termine del
2008, soprattutto dopo l'arrivo del direttore tecnico Ross Brawn e dopo il
paventato ingaggio di Fernando Alonso, smentito solo nelle ultime settimane.
Il mondo dei motori è rimasto scioccato dal ritiro della Honda, arrivato a
ciel sereno. Ma il più distrutto di tutti è Jenson Button, che si ritrova
così appiedato all'improvviso. Il CEO della società giapponese, Takeo Fukui,
ha chiesto ufficialmente scusa al pilota britannico.
"Mi dispiace molto per lui", ha detto Fukui alla Reuters, "gli chiedo scusa,
ma non c'erano più le condizioni per proseguire in F1 a causa degli alti
costi che ci sono".
"Con lui non abbiamo ancora parlato, dunque non conosciamo ancora le sue
reazioni", ha aggiunto il massimo dirigente nipponico.
da: GPUpdate.net
Rob (senza numero)
Takeo Fukui, il ritiro della scuderia dalla Formula 1.
Il team è ora stato messo in vendita. Il top manager ha spiegato che, alla
luce della pesante crisi del mercato automobilistico mondiale, era
necessario focalizzare le risorse della società nel core business, ossia
nella produzioni di automobili di serie. La cessazione delle attività in F1
farà risparmiare al colosso nipponico 500.000.000 di dollari. "Sono certo
che in un prossimo futuro non ci pentiremo di questa decisione" ha
commentato Fukui, che ha inoltre escluso la possibilità di restare nel
settore delle competizioni come semplice fornitore di motori.
Secondo alcune indiscrezioni sembra che anche l'impegno nel settore sportivo
delle motociclette verrà ridotto sensibilmente. Esponenti del governo del
Sol Levante si sono detti rammaricati per questa decisione.
La storia della Honda in F1 affonda le radici negli anni Sessanta, con la
prima vittoria siglata dallo statunitense Richie Ginther nel GP del Messico
del 1965. Tornata come fornitore negli anni Ottanta, ha raccolto successi
prestigiosi con Piquet, Prost e Senna, sino al ritiro nel 1992.
Il marchio rimase presente solo grazie alla sussidiaria Mugen sino al 1998.
Nel 1999 la società aveva programmato un ritorno con una propria scuderia:
il progetto, affidato ad Harvey Postlethwaite, fu abortito a seguito della
scomparsa del tecnico; e la Honda tornò solo come fornitore di motori alla
scuderia BAR (ex Tyrrell) che sarebbe stata acquisita in toto nel 2006, anno
in cui Jenson Button vinse il GP d'Ungheria. Da quel momento in poi la
scuderia ha vissuto un periodo molto negativo, con le ultime due stagioni
nell'anonimato.
La scuderia satellite Super Aguri, fortemente voluta dai tifosi per poter
permettere all'idolo giapponese Takuma Sato di continuare a correre in F1,
era stata chiusa dopo il GP di Spagna di quest'anno, ma davvero non si
pensava che le attività venissero definitivamente chiuse al termine del
2008, soprattutto dopo l'arrivo del direttore tecnico Ross Brawn e dopo il
paventato ingaggio di Fernando Alonso, smentito solo nelle ultime settimane.
Il mondo dei motori è rimasto scioccato dal ritiro della Honda, arrivato a
ciel sereno. Ma il più distrutto di tutti è Jenson Button, che si ritrova
così appiedato all'improvviso. Il CEO della società giapponese, Takeo Fukui,
ha chiesto ufficialmente scusa al pilota britannico.
"Mi dispiace molto per lui", ha detto Fukui alla Reuters, "gli chiedo scusa,
ma non c'erano più le condizioni per proseguire in F1 a causa degli alti
costi che ci sono".
"Con lui non abbiamo ancora parlato, dunque non conosciamo ancora le sue
reazioni", ha aggiunto il massimo dirigente nipponico.
da: GPUpdate.net
Rob (senza numero)