Giova
2010-05-04 08:32:42 UTC
Per molti giapponesi l'arrivo a Roma e a Milano è il coronamento di un
sogno. Tutti i loro sudati risparmi sono spesi senza inibizione nelle grandi
vie dello shopping del made in Italy. Con beneficio evidente per le casse
delle aziende e, in seconda battuta, dello Stato. Non sarà più così. O
quantomeno la prima tappa dello shopping sarà molto probabilmente in Avenue
Montaigne o al Fabourg Saint-Honoré. Già, dal prossimo autunno la compagnia
aerea Japan Airlines lascia l'Italia. Senza ripensamenti a quanto sembra.
Niente più voli diretti verso le principali città italiane dunque ma
raddoppio con Parigi. Verso la capitale francese i viaggi settimanali
saranno aumentati e portati complessivamente a 14.
La compagnia nipponica, dallo scorso gennaio in bancarotta protetta, ha
ufficializzato ieri il cambio di strategia. L'asse preferenziale sarà con la
Francia, con i sette collegamenti settimanali tra Tokyo-Narita e i 7 nuovi
operativi dal 30 ottobre tra Tokyo-Haneda (lo scalo cittadino della
capitale) e Parigi. Meno accessi dunque verso l'Italia per i ricchi
consumatori giapponesi. Una situazione in parte già vissuta nel momento
della trasformazione della Alitalia da compagnia pubblica a privata. Allora
i timori dell'ingresso di Air France per salvare la compagnia aerea erano
legati al fatto che i vettori aerei hanno un risvolto di strategia nazionale
perché sono i collettori di turisti verso un paese. E privare l'Italia,
nazione ad alta ricettività, del controllo sui flussi poteva mettere a
rischio la sopravvivenza del business turistico.
Oggi il rischio si ripresenta. E la prima conseguenza del disimpegno
giapponese dal Belpaese è sugli uffici nelle due città italiane che saranno
presto chiusi. Nel complesso, poi, la capacità passeggeri di Jal risulterà
ridotta pesantemente: il 40% e il 30%, rispettivamente, rispetto ai livelli
del 2008 quanto al trasporto internazionale e interno, mantenendo legami in
Europa solo con Parigi, Londra e Francoforte. Anche Amsterdam, infatti, è
destinata a sparire dagli orari della società. Il vettore nipponico ha
rapporti di code sharing con Alitalia (3 voli su Roma e 2 su Milano), validi
fino a tutta l'estate, ma alla luce delle ultime novità lo scenario è
destinato a cambiare, radicalmente.
Non sarà una gran perdita per la Jal che, sullo scalo di Roma Fiumicino, ha
manifestato più volte insofferenza per i disservizi (ad esempio il trasporto
bagagli), che ha contribuito a fare della tratta una di quelle «da sempre in
rosso». Quanto alle alternative da giugno, Alitalia lancerà due nuovi voli
tra Roma e Tokyo, portando il totale settimanale a quota 9. Considerando i
tre operati su Malpensa e i 4 Roma-Osaka, il potenziale diretto sale a 16,
ma il disimpegno di Jal e dei suoi 7 collegamenti è destinato a lasciare il
segno. A meno che i giapponesi con la crisi persistente della loro economia
rinuncino a mettersi in viaggio completamente. Anche verso Parigi. Leonardo
Ventura.
fonte: iltempo.ilsole24ore.com
sogno. Tutti i loro sudati risparmi sono spesi senza inibizione nelle grandi
vie dello shopping del made in Italy. Con beneficio evidente per le casse
delle aziende e, in seconda battuta, dello Stato. Non sarà più così. O
quantomeno la prima tappa dello shopping sarà molto probabilmente in Avenue
Montaigne o al Fabourg Saint-Honoré. Già, dal prossimo autunno la compagnia
aerea Japan Airlines lascia l'Italia. Senza ripensamenti a quanto sembra.
Niente più voli diretti verso le principali città italiane dunque ma
raddoppio con Parigi. Verso la capitale francese i viaggi settimanali
saranno aumentati e portati complessivamente a 14.
La compagnia nipponica, dallo scorso gennaio in bancarotta protetta, ha
ufficializzato ieri il cambio di strategia. L'asse preferenziale sarà con la
Francia, con i sette collegamenti settimanali tra Tokyo-Narita e i 7 nuovi
operativi dal 30 ottobre tra Tokyo-Haneda (lo scalo cittadino della
capitale) e Parigi. Meno accessi dunque verso l'Italia per i ricchi
consumatori giapponesi. Una situazione in parte già vissuta nel momento
della trasformazione della Alitalia da compagnia pubblica a privata. Allora
i timori dell'ingresso di Air France per salvare la compagnia aerea erano
legati al fatto che i vettori aerei hanno un risvolto di strategia nazionale
perché sono i collettori di turisti verso un paese. E privare l'Italia,
nazione ad alta ricettività, del controllo sui flussi poteva mettere a
rischio la sopravvivenza del business turistico.
Oggi il rischio si ripresenta. E la prima conseguenza del disimpegno
giapponese dal Belpaese è sugli uffici nelle due città italiane che saranno
presto chiusi. Nel complesso, poi, la capacità passeggeri di Jal risulterà
ridotta pesantemente: il 40% e il 30%, rispettivamente, rispetto ai livelli
del 2008 quanto al trasporto internazionale e interno, mantenendo legami in
Europa solo con Parigi, Londra e Francoforte. Anche Amsterdam, infatti, è
destinata a sparire dagli orari della società. Il vettore nipponico ha
rapporti di code sharing con Alitalia (3 voli su Roma e 2 su Milano), validi
fino a tutta l'estate, ma alla luce delle ultime novità lo scenario è
destinato a cambiare, radicalmente.
Non sarà una gran perdita per la Jal che, sullo scalo di Roma Fiumicino, ha
manifestato più volte insofferenza per i disservizi (ad esempio il trasporto
bagagli), che ha contribuito a fare della tratta una di quelle «da sempre in
rosso». Quanto alle alternative da giugno, Alitalia lancerà due nuovi voli
tra Roma e Tokyo, portando il totale settimanale a quota 9. Considerando i
tre operati su Malpensa e i 4 Roma-Osaka, il potenziale diretto sale a 16,
ma il disimpegno di Jal e dei suoi 7 collegamenti è destinato a lasciare il
segno. A meno che i giapponesi con la crisi persistente della loro economia
rinuncino a mettersi in viaggio completamente. Anche verso Parigi. Leonardo
Ventura.
fonte: iltempo.ilsole24ore.com