DPR
2008-04-01 20:35:27 UTC
di RENATA PISU su La Repubblica del 20 marzo 2008)
UNO STUDIO serio, condotto con metodi scientifici dall'Organizzazione
mondiale della Sanità e dall'Università Nihon lancia l'allarme: una coppia
giapponese su quattro, in tutto l'arco dell'anno 2007 non ha avuto neanche
un rapporto sessuale. C'è di che preoccuparsi? Ebbene, sì, tuona la stampa
nipponica, perché andando avanti di questo passo la popolazione
dell'arcipelago, che oggi conta 127 milioni di persone, nel 2100 sarà
ridotta alla metà e, a poco a poco, al mondo non ci saranno più giapponesi,
saranno una specie in via di estinzione, come i panda.
Il tasso di natalità è infatti il più basso del pianeta, appena l'1,3 per
cento, e a nulla è valsa l'esortazione lanciata due anni fa alle donne dal
ministro della Salute Hakuo Yanagisa, il quale invitò tutte le giapponesi in
età fertile a dare fondo a tutte le loro energie per far funzionare al
massimo la loro macchina da procreazione.
Le donne si offesero, il ministro dovette scusarsi per aver usato il termine
"macchina" e tutto rimase come prima, anzi, stando allo studio appena reso
noto sul comportamento sessuale giapponese, peggio di prima perché,
intervistando 4.624 persone in tutto il Paese è risultato che, in media, il
24,9 per cento delle coppie non ha fatto sesso nemmeno una volta in un anno.
Certo, le coppie giovani si sono date più da fare, quelle di mezza età meno,
comunque i giapponesi sono sessualmente molto pigri, come rivela anche
un'inchiesta della Durex, l'azienda leader del profilattico, che colloca il
Giappone tra le nazioni al mondo meno attive sessualmente.
Ma i giapponesi sono davvero tanto pigri? Se così fosse, come si
spiegherebbe allora il fatto che i dati riguardanti la diffusione della
pornografia raggiungono livelli sconcertanti? E come interpretare il fiorire
della "industria del sesso" che in giapponese ha un nome esplicito, shasei
shangyo, cioè industria dell'eiaculazione?
Si tratta di una vera e propria organizzazione economica dai fatturati
altissimi e che dispone di oltre 150 mila locali nei quali prestano la loro
opera più di un milione di ragazze disposte a fare di tutto e a farsi fare
di tutto.
Bisogna quindi azzardare un'ipotesi, e cioè che forse i giapponesi sono
pigri quando si tratta dell'amplesso coniugale classico, quello che mira
alla procreazione, ma che si scatenano per farlo "strano". Sadismo,
masochismo, feticismo, tutti gli "ismi" della sessualità "strana", per non
dire perversa, si praticano infatti nel Paese del Sol Levante con una
disinvoltura estrema, senza timore di essere giudicati negativamente
all'interno di una società che già da anni pratica il matrimonio sexless,
termine coniato per descrivere l'astinenza dei giapponesi, un fenomeno che
incuriosisce e preoccupa i sessuologi.
Sempre più numerose sono infatti le coppie formate da un uomo e una donna
che vivono insieme come madre e figlio o come fratello e sorella, fenomeno
in aumento secondo i dati della ricerca condotta dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità. Comunque, da ormai almeno cinque anni si cerca di
analizzare quali possano essere le cause di questa castità coniugale
diffusa; si tende a dare tutta la colpa al lavoro stressante, alla distorta
etica del lavoro che costringe gli impiegati di ogni livello a rimanere in
ufficio fino a tarda notte, cosicché quando rientrano a casa pensano
soltanto a dormire; si accusa inoltre lo Stato di non adottare politiche che
favoriscano la natalità.
Sarà tutto vero, soltanto che ora ci si sta rendendo conto che forse
bisognerebbe scavare più a fondo per capire come mai stia sempre più
prendendo piede la tendenza a farlo "strano". E allora, chi si mette sotto
accusa? Basta leggere la letteratura che in Giappone va per la maggiore,
scritta per lo più da ragazze giovanissime, per accorgersi che è già
avvenuta una grande mutazione: l'argomento sesso è affrontato senza
inibizioni ma anche senza passione, i rapporti sado-maso e la pratica della
prostituzione "per gioco", cioè guadagnare quel tanto che basta a comprarsi
un capo firmato, sono la norma, i clienti sono uomini di mezza età
desiderosi di trarre piacere dall'annullamento di sé e della occasionale
partner.
Racconti, romanzi e manga illustrano questa concezione della sessualità che
trova riscontro nella realtà, spesso addirittura più "estrema" della
finzione: le liceali alternano la prostituzione "per gioco" con la vendita
dei loro indumenti intimi usati e non lavati, altra fonte cospicua di
guadagno, mentre nei locali appositi, come in certi saloni di karaoke, si
possono noleggiare a ore ragazze masochiste che si lasciano legare, bendare
e picchiare per una modica cifra; o ragazze sadiche armate di frusta che
infliggono raffinate torture.
Afferma il sessuologo Kim Myun Gun che l'offerta di sesso "strano" è
dilagante, di conseguenza si scatena un immaginario erotico che non può
essere di certo quello di una coppia di coniugi. Resta da vedere cosa
succederà quando le liceali di oggi diventeranno mogli. Sono loro, si dice,
che guidano il gioco dei desideri: lo vorranno ancora fare "strano"?
Opteranno per il matrimonio sexless? O per il rapporto sessuale normale? Il
rischio è che il Giappone, ormai entrato nella post-modernità, si avvii
decisamente anche verso la post-sessualità.
UNO STUDIO serio, condotto con metodi scientifici dall'Organizzazione
mondiale della Sanità e dall'Università Nihon lancia l'allarme: una coppia
giapponese su quattro, in tutto l'arco dell'anno 2007 non ha avuto neanche
un rapporto sessuale. C'è di che preoccuparsi? Ebbene, sì, tuona la stampa
nipponica, perché andando avanti di questo passo la popolazione
dell'arcipelago, che oggi conta 127 milioni di persone, nel 2100 sarà
ridotta alla metà e, a poco a poco, al mondo non ci saranno più giapponesi,
saranno una specie in via di estinzione, come i panda.
Il tasso di natalità è infatti il più basso del pianeta, appena l'1,3 per
cento, e a nulla è valsa l'esortazione lanciata due anni fa alle donne dal
ministro della Salute Hakuo Yanagisa, il quale invitò tutte le giapponesi in
età fertile a dare fondo a tutte le loro energie per far funzionare al
massimo la loro macchina da procreazione.
Le donne si offesero, il ministro dovette scusarsi per aver usato il termine
"macchina" e tutto rimase come prima, anzi, stando allo studio appena reso
noto sul comportamento sessuale giapponese, peggio di prima perché,
intervistando 4.624 persone in tutto il Paese è risultato che, in media, il
24,9 per cento delle coppie non ha fatto sesso nemmeno una volta in un anno.
Certo, le coppie giovani si sono date più da fare, quelle di mezza età meno,
comunque i giapponesi sono sessualmente molto pigri, come rivela anche
un'inchiesta della Durex, l'azienda leader del profilattico, che colloca il
Giappone tra le nazioni al mondo meno attive sessualmente.
Ma i giapponesi sono davvero tanto pigri? Se così fosse, come si
spiegherebbe allora il fatto che i dati riguardanti la diffusione della
pornografia raggiungono livelli sconcertanti? E come interpretare il fiorire
della "industria del sesso" che in giapponese ha un nome esplicito, shasei
shangyo, cioè industria dell'eiaculazione?
Si tratta di una vera e propria organizzazione economica dai fatturati
altissimi e che dispone di oltre 150 mila locali nei quali prestano la loro
opera più di un milione di ragazze disposte a fare di tutto e a farsi fare
di tutto.
Bisogna quindi azzardare un'ipotesi, e cioè che forse i giapponesi sono
pigri quando si tratta dell'amplesso coniugale classico, quello che mira
alla procreazione, ma che si scatenano per farlo "strano". Sadismo,
masochismo, feticismo, tutti gli "ismi" della sessualità "strana", per non
dire perversa, si praticano infatti nel Paese del Sol Levante con una
disinvoltura estrema, senza timore di essere giudicati negativamente
all'interno di una società che già da anni pratica il matrimonio sexless,
termine coniato per descrivere l'astinenza dei giapponesi, un fenomeno che
incuriosisce e preoccupa i sessuologi.
Sempre più numerose sono infatti le coppie formate da un uomo e una donna
che vivono insieme come madre e figlio o come fratello e sorella, fenomeno
in aumento secondo i dati della ricerca condotta dall'Organizzazione
Mondiale della Sanità. Comunque, da ormai almeno cinque anni si cerca di
analizzare quali possano essere le cause di questa castità coniugale
diffusa; si tende a dare tutta la colpa al lavoro stressante, alla distorta
etica del lavoro che costringe gli impiegati di ogni livello a rimanere in
ufficio fino a tarda notte, cosicché quando rientrano a casa pensano
soltanto a dormire; si accusa inoltre lo Stato di non adottare politiche che
favoriscano la natalità.
Sarà tutto vero, soltanto che ora ci si sta rendendo conto che forse
bisognerebbe scavare più a fondo per capire come mai stia sempre più
prendendo piede la tendenza a farlo "strano". E allora, chi si mette sotto
accusa? Basta leggere la letteratura che in Giappone va per la maggiore,
scritta per lo più da ragazze giovanissime, per accorgersi che è già
avvenuta una grande mutazione: l'argomento sesso è affrontato senza
inibizioni ma anche senza passione, i rapporti sado-maso e la pratica della
prostituzione "per gioco", cioè guadagnare quel tanto che basta a comprarsi
un capo firmato, sono la norma, i clienti sono uomini di mezza età
desiderosi di trarre piacere dall'annullamento di sé e della occasionale
partner.
Racconti, romanzi e manga illustrano questa concezione della sessualità che
trova riscontro nella realtà, spesso addirittura più "estrema" della
finzione: le liceali alternano la prostituzione "per gioco" con la vendita
dei loro indumenti intimi usati e non lavati, altra fonte cospicua di
guadagno, mentre nei locali appositi, come in certi saloni di karaoke, si
possono noleggiare a ore ragazze masochiste che si lasciano legare, bendare
e picchiare per una modica cifra; o ragazze sadiche armate di frusta che
infliggono raffinate torture.
Afferma il sessuologo Kim Myun Gun che l'offerta di sesso "strano" è
dilagante, di conseguenza si scatena un immaginario erotico che non può
essere di certo quello di una coppia di coniugi. Resta da vedere cosa
succederà quando le liceali di oggi diventeranno mogli. Sono loro, si dice,
che guidano il gioco dei desideri: lo vorranno ancora fare "strano"?
Opteranno per il matrimonio sexless? O per il rapporto sessuale normale? Il
rischio è che il Giappone, ormai entrato nella post-modernità, si avvii
decisamente anche verso la post-sessualità.