Discussione:
Giappone: Tra Verita' e Terrorismo Mediatico
(troppo vecchio per rispondere)
DPR
2011-03-23 06:34:54 UTC
Permalink
Tra i vari Blog-Giappofili ed altri Social Network si trova da poco
anche un articolo di Emilio Fabio Torsello che denuncia apertamente le
inesattezze riscontrate tra la realta' giapponesi di questi giorni e
cio' che i media di tutto il mondo sta' raccontando.
Dal contatto diretto con le persone che sono rimaste in Giappone
durante questi giorni di crisi risulta uno scenario opposto a quello
descritto da molti articoli di giornali.
Un Paese per niente sconvolto dal si pure tremendo cataclisma che lo
ha colpito, un paese che continua lentamente la sua vita anche se in
alcune zone (a causa dei continui Black Out programmati per far fronte
alla ridotta disponiblita' di potenza energetica) ci sono disagi a cui
i giapponesi si sono subito organizzati.
Questi articoli esagerati, viziati da falsita' verrebbero definiti
''Pure journalistic terrorism''.

Andrew Woolner, un residente in Giappone per denunciare il
sensazionalismo giornalistico ha aperto anche un blog. Spara a zero su
tutti, dal Sun alla Cnn a Le Figaro alla BBC allo Spigel, a
Repubblica.

Proprio su quest'ultimo Woolner riporta questo articolo, smentito
anche da altri blogger che scrivono dal Giappone:

"Pochi passanti, protetti da cappelli, ombrelli e mascherine, ignorano
i centri commerciali del centro, in gran parte chiusi. La sindrome da
alimenti contaminati lascia deserti i ristoranti e decima chi finora
si era dedicato all'accaparramento di viveri. A Ginza, la via dello
shopping, alcuni ambulanti mettono all'asta compresse di iodio sul
marciapiede, a prezzi esorbitanti, come fossero spacciatori. A ruba un
unico genere: i giornali che informano sugli orari dei black-out. Da
tre giorni l'immondizia si accumula per le strade. I camion sono privi
di benzina e gli inceneritori non possono sprecare elettricità. Solo
il tempio di Senso-Ji, ad Asakusa, è affollato più del solito. La
gente si raduna a pregare e a bruciare incenso. I cibi confezionati,
purché prodotti prima dell'11 marzo, sono introvabili e il loro prezzo
è salito di sette volte. Invenduti i generi freschi. Migliaia di taxi
sostano in attesa di clienti già lontani, mentre le stazioni dei treni
scoppiano di viaggiatori carichi di scatole e valigie. Molti
distributori di carburante sono chiusi e quelli aperti non vendono più
di dieci litri di benzina a testa, da portarsi via in una tanica. Il
mercato immobiliare è impazzito. In una settimana il valore delle case
a Tokyo è sceso del 30%, del 70% nella prefettura di Fukushima. A
Osaka, Kyoto e Kobe è salito del 40%. Grattacieli con migliaia di
uffici si svuotano nella capitale, mentre affittare lontano può
superare i listini di Hong Kong. Tra venerdì e ieri la fuga di
multinazionali, ambasciate, banche e centri amministrativi delle
industrie, ha seminato il panico tra chi non ha un luogo sicuro dove
rifugiarsi. [...]. A Tokyo i grandi alberghi chiudono, a sud è
impossibile trovare una camera per settimane. La rabbia contro il
governo è sempre meno trattenuta. "Devono dire in anticipo cosa può
succedere - dice Reiko Fukushima, direttore di un'importante catena di
negozi - non confessare quanto è già avvenuto. Se la nube atomica
investe Tokyo non possono pretendere che smettiamo di respirare".
[...] La capitale è presa d'assalto da migliaia di eco-evacuati e da
decine di migliaia di senza tetto fuggiti da gelo, fame e terrore."

A smentire questo tipo di articoli ci sono delle testimonianze dirette
di persone che abitano in Giappone che riportano dati, talvolta,
diametricamente opposti. Un insegnante di italiano a Tokyo sul suo
Blog scrive: "ho fatto il solito pezzo di strada per andare fino alla
scuola: 200~300 metri lungo la via Ginza. E mi è sembrato che ci
fossero molte persone - scrive -. Poi sono andato a fare le fotocopie
al "Combini" e anche nelle vie interne di gente ce n'era parecchia
come al solito. Mentre tornavo a casa dopo il lavoro, erano le 18
passate da poco, ho notato che i negozi cominciavano a chiudere. Per
evitare il più possibile i black-out programmati, il Governo
giapponese ha chiesto a tutti di dare una mano a risparmiare energia
elettrica. Quindi i negozi chiudono un po' prima e l'intensità del
traffico ferroviario viene diminuita leggermente. Il che significa
che, invece di esserci un treno ogni 3 minuti, ce n'è uno ogni 5
(Linea Ginza). Oppure invece di un treno ogni 7 minuti, uno ogni 10
(Linea Toyoko), ecc. Al supermercato, ad Okurayama, c'era tutto in
grande quantità, mancava solo il latte fresco".

Woolner conclude l'articolo con una frase molto significativa: “I
giornalisti sono importanti. Se non lo fossero, non me ne occuperei,
perché non mi interesserebbe. Sono importanti quanto i dottori, i
soldati e i vigili del fuoco. E spesso vengono pagati
significativamente meno di queste altre categorie. I bravi giornalisti
sono eroi. I cattivi giornalisti, però, come i cattivi dottori, i
cattivi soldati e i cattivi vigili del fuoco rendono il mondo un posto
peggiore in cui vivere”.

Allo stesso tempo vorrei segnalarvi un servizio del grande Pio
D'Emilia da Kawamata, citta' ai confini con la Prefettura di
Fukushima: http://video.sky.it/videoportale/?bclid=845399662001&bctid=845399662001#video

Saluti a tutti
DPR
akuma_tetsu
2011-03-25 11:13:24 UTC
Permalink
On 23 Mar, 07:34, DPR <***@tiscali.it> wrote:

[cut]
Post by DPR
Questi articoli esagerati, viziati da falsita' verrebbero definiti
''Pure journalistic terrorism''.
Non mi sembra troppo eclatante. E' sempre accaduto che, in buona o
cattiva fede, si scrivano inesattezze. L'importante non e' chi scrive
ma chi legge che deve avere un senso critico tale da non accettare per
buono ogni cosa letta. Un po' quello che accade in ICOG...

[cut]
Post by DPR
Woolner conclude l'articolo con una frase molto significativa: “I
giornalisti sono importanti. Se non lo fossero, non me ne occuperei,
perché non mi interesserebbe. Sono importanti quanto i dottori, i
soldati e i vigili del fuoco. E spesso vengono pagati
significativamente meno di queste altre categorie. I bravi giornalisti
sono eroi. I cattivi giornalisti, però, come i cattivi dottori, i
cattivi soldati e i cattivi vigili del fuoco rendono il mondo un posto
peggiore in cui vivere”.
Ecco perche' i giornalisti italiani sono cosi' disprezzati...
Post by DPR
Allo stesso tempo vorrei segnalarvi un servizio del grande Pio
D'Emilia da Kawamata, citta' ai confini con la Prefettura di
Fukushima
...quindi lode a D'Emilia che fa il suo lavoro di giornalista (quello
che ogni giornalista dovrebbe fare): recarsi sul posto e far parlare i
diretti interessati.

--
"Secondo per evitare i flames basta proprio non rispondere. Poi se a
qualcuno piace alimentarli e' inutile piangere sul latte versato.
Voglio dire i flames scaturiscono dalle risposte, non dai thread di
per se stessi." DPR - 18 Sep 2004 - ICOG

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