akuma_tetsu
2008-10-11 08:53:10 UTC
La Borsa della seconda economia del mondo subisce il suo piu' grande crollo
nella storia gettando una nube fosca sulle piazze mondiali per la prossima
settimana
di francesco sisci
Mai il Giappone, seconda maggiore economia del mondo, e' stato così vicino
alla bancarotta da dopo la seconda guerra mondiale.
Ieri lindice Nikkei di Tokyo ha registrato infatti la sua perdita piu'
grande in un giorno da quando e' stato fondato nel 1949: un serissimo - 9,6
per cento.
Lindice si e' fermato a 8.276,43 punti, con una perdita del 24 per cento,
quasi un quarto del suo valore totale, in una sola settimana. A questi
livelli molte delle societa' quotate in Borsa sarebbero tecnicamente
fallite,
perche' lindebitamento e' maggiore del valore dellazienda.
Lo yen daltra parte si sta apprezzando sul dollaro e sulleuro, e anche
questa e' una notizia ferale, perche' significa meno competitivita' per le
esportazioni nipponiche.
Ormai in Asia la crisi e' peggiore di quella del 1997, quando interi Paesi
come Indonesia, Sud Corea o Thailandia vennero travolti. Nemmeno allora il
Giappone perse cosi' tanto in così poco tempo.
Come allora anche Hong Kong e' sotto assedio. Lindice Hang Seng del
territorio ieri ha ceduto il 7,2 per cento, raggiungendo una perdita del 16
per cento in una settimana, la maggiore dal gennaio del 1998, a ridosso
della crisi asiatica.
Soprattutto Hong Kong sta tagliando i tassi di interesse in maniera diversa
del solito. Le autorita' del territorio hanno annunciato che ridurranno il
tasso di interesse dell1 per cento, portandolo al 2,5% per immettere nuova
liquidita' nel sistema. In passato Hong Kong seguiva pero' la Fed americana,
che ha portato il tasso al 2%.
La differenza e' importante anche perche' il dollaro di Hong Kong e'
tecnicamente ancorato al dollaro americano: la di fatto banca centrale del
territorio ha depositi di dollari Usa per un controvalore dei dollari di
Hong Kong in circolazione.
La differenza di scelta indica che si stanno allargando i dubbi sulle scelte
monetarie americane, e la Cina, che si erge alle spalle di Hong Kong e con
cui le autorita' del territorio sono in costante contatto, cerca di
difendere
come puo' il territorio.
A crisi finanziaria pero' pare ormai prossima a diventare anche crisi
sociale
e di li' poi forse politica.
In Giappone le assicurazioni Yamato sono fallite ieri, la prima
assicurazione ad andare in bancarotta da sette anni nel Paese. Il settore
delle assicurazioni e' quello che sta tormentando negli ultimi anni il
Paese,
visto il passato primo ministro Fukuda e' stato vittima di una campagna di
accuse per uno scandalo di cattiva gestione del sistema pensionistico.
Non e' chiaro cosa voglia oggi fare il Premier attuale Taro Aso, che
andrebbe
alle urne alla scadenza del mandato a settembre dellanno prossimo. In un
primo momento Aso sembrava propenso a volere elezioni lampo per novembre, ma
oggi la crisi galoppante potrebbero spingerlo a rinviare la data.
Ieri Aso annunciava di stare organizzando un piano di tagli fiscali e di
spese pubbliche infrastrutturali per sostenere la domanda. Ma gia' queste
misure sono sotto il fuoco dellopposizione perche' faranno crescere il gia'
stratosferico debito pubblico nazionale.
Il quotidiano Asahi, di centro sinistra, sosteneva ieri che la situazione è
molto negativa per il Paese, visto che la domanda di prodotti giapponesi allestero
declina e non ce' modo rapido per aumentare la domanda interna.
Lo Yomiuri, di centro destra, spiega nelleditoriale la morale asiatica
della storia di questi giorni: I mercati stanno richiedendo forti misure
che siano sufficienti a fermare lemorraggia nella crisi finanziaria
internazionale. Il governo americano dovrebbe decidere il prima possibile di
immettere fondi pubblici nelle istituzioni finanziarie come forma di
rinforzo di capitali.
I tentennamenti, lincertezza che ancora si sentono arrivare da Wall Street,
lincertezza del mercaro, scuotono lAsia, dove si accumula praticamente
tutto il debito estero americano. E se un grande creditore, come il Giappone
fallisse, o solo continuasse a cadere allinizio della prossima settimana,
Paesi minori della regione crollerebbero, e la crisi rischierebbe di
avvitarsi pesantemente su stessa in un gorgo infernale.
fonte: www.lastampa.it
nella storia gettando una nube fosca sulle piazze mondiali per la prossima
settimana
di francesco sisci
Mai il Giappone, seconda maggiore economia del mondo, e' stato così vicino
alla bancarotta da dopo la seconda guerra mondiale.
Ieri lindice Nikkei di Tokyo ha registrato infatti la sua perdita piu'
grande in un giorno da quando e' stato fondato nel 1949: un serissimo - 9,6
per cento.
Lindice si e' fermato a 8.276,43 punti, con una perdita del 24 per cento,
quasi un quarto del suo valore totale, in una sola settimana. A questi
livelli molte delle societa' quotate in Borsa sarebbero tecnicamente
fallite,
perche' lindebitamento e' maggiore del valore dellazienda.
Lo yen daltra parte si sta apprezzando sul dollaro e sulleuro, e anche
questa e' una notizia ferale, perche' significa meno competitivita' per le
esportazioni nipponiche.
Ormai in Asia la crisi e' peggiore di quella del 1997, quando interi Paesi
come Indonesia, Sud Corea o Thailandia vennero travolti. Nemmeno allora il
Giappone perse cosi' tanto in così poco tempo.
Come allora anche Hong Kong e' sotto assedio. Lindice Hang Seng del
territorio ieri ha ceduto il 7,2 per cento, raggiungendo una perdita del 16
per cento in una settimana, la maggiore dal gennaio del 1998, a ridosso
della crisi asiatica.
Soprattutto Hong Kong sta tagliando i tassi di interesse in maniera diversa
del solito. Le autorita' del territorio hanno annunciato che ridurranno il
tasso di interesse dell1 per cento, portandolo al 2,5% per immettere nuova
liquidita' nel sistema. In passato Hong Kong seguiva pero' la Fed americana,
che ha portato il tasso al 2%.
La differenza e' importante anche perche' il dollaro di Hong Kong e'
tecnicamente ancorato al dollaro americano: la di fatto banca centrale del
territorio ha depositi di dollari Usa per un controvalore dei dollari di
Hong Kong in circolazione.
La differenza di scelta indica che si stanno allargando i dubbi sulle scelte
monetarie americane, e la Cina, che si erge alle spalle di Hong Kong e con
cui le autorita' del territorio sono in costante contatto, cerca di
difendere
come puo' il territorio.
A crisi finanziaria pero' pare ormai prossima a diventare anche crisi
sociale
e di li' poi forse politica.
In Giappone le assicurazioni Yamato sono fallite ieri, la prima
assicurazione ad andare in bancarotta da sette anni nel Paese. Il settore
delle assicurazioni e' quello che sta tormentando negli ultimi anni il
Paese,
visto il passato primo ministro Fukuda e' stato vittima di una campagna di
accuse per uno scandalo di cattiva gestione del sistema pensionistico.
Non e' chiaro cosa voglia oggi fare il Premier attuale Taro Aso, che
andrebbe
alle urne alla scadenza del mandato a settembre dellanno prossimo. In un
primo momento Aso sembrava propenso a volere elezioni lampo per novembre, ma
oggi la crisi galoppante potrebbero spingerlo a rinviare la data.
Ieri Aso annunciava di stare organizzando un piano di tagli fiscali e di
spese pubbliche infrastrutturali per sostenere la domanda. Ma gia' queste
misure sono sotto il fuoco dellopposizione perche' faranno crescere il gia'
stratosferico debito pubblico nazionale.
Il quotidiano Asahi, di centro sinistra, sosteneva ieri che la situazione è
molto negativa per il Paese, visto che la domanda di prodotti giapponesi allestero
declina e non ce' modo rapido per aumentare la domanda interna.
Lo Yomiuri, di centro destra, spiega nelleditoriale la morale asiatica
della storia di questi giorni: I mercati stanno richiedendo forti misure
che siano sufficienti a fermare lemorraggia nella crisi finanziaria
internazionale. Il governo americano dovrebbe decidere il prima possibile di
immettere fondi pubblici nelle istituzioni finanziarie come forma di
rinforzo di capitali.
I tentennamenti, lincertezza che ancora si sentono arrivare da Wall Street,
lincertezza del mercaro, scuotono lAsia, dove si accumula praticamente
tutto il debito estero americano. E se un grande creditore, come il Giappone
fallisse, o solo continuasse a cadere allinizio della prossima settimana,
Paesi minori della regione crollerebbero, e la crisi rischierebbe di
avvitarsi pesantemente su stessa in un gorgo infernale.
fonte: www.lastampa.it
--
"Si migliora il gruppo, si integra il precedente, si attua una evoluzione
(in meglio) di cio' che era destinato alla chiusura." Roberto De Pascale -
28 ago 2002 - ICLG
"Si migliora il gruppo, si integra il precedente, si attua una evoluzione
(in meglio) di cio' che era destinato alla chiusura." Roberto De Pascale -
28 ago 2002 - ICLG