Post by DPRquello e' RENATO MARCIALIS.
L'articolo e' del fratello maggiore RICCARDO.
Ossignore! Sono fratelli, fanno lo stesso lavoro, e' passato un anno, uno si
puo' pure confondere sul nome, che e' pure simile...
Post by DPRMi rubano gli articoli.....
Ho detto copiato, non c'e' niente da rubare, non faccio mica pagare il
copyright, ma per correttezza bisognerebbe citare la fonte...
Dell'origine di buona parte del testo di Marcialis sono sicuro per alcune
frasi quasi uguali e che non troverete in altri testi sul sake.
Esempio 1
Nipponico: Il sake, al contrario del vino(4), non contiene conservanti e,
per i sake con denominazione di qualità, nemmeno altri additivi (zuccheri,
acidificanti, etc.), che possono essere presenti invece nei sake "normali"
(traduzione letterale di futsuushu).
Gentleman: Non contiene conservanti e, nei sakè junmai (in purezza) nemmeno
altri additivi, che possono essere presenti nei sakè industriali.
Esempio 2
Nipponico: Maggiore è lo scarto, maggiore sarà la purezza del riso e quindi
la qualità del sake da esso ottenuto.
Gentleman: Maggiore è lo scarto, superiore sarà la purezza e la qualità del
sakè.
Esempio 3
Nipponico: [...] alcuni sake pregiati come i junmai daiginjou perdono il
loro profumo e gusto già dopo sei mesi [...]
Gentleman: [...] alcuni tipi, come i Junmai Daiginjou, possono perdere il
loro gusto già dopo sei mesi.
Esempio 4
Nipponico: Oltre a scegliere il tipo di sake, dovete scegliere con
attenzione il vostro fornitore, poiché anche i migliori sake - anzi,
soprattutto i migliori! - possono essere rovinati nelle fasi di trasporto e
stoccaggio per vari motivi.
Gentleman: Oltre a imparare a scegliere il tipo di sakè, occorre fare
attenzione anche ai fornitori, perché i migliori sakè possono essere
rovinati per vari motivi, sia nelle fasi di trasporto sia di stoccaggio.
Tra l'altro, il riferimento alla scelta del fornitore e' proprio una
frecciatina ad Alto Gusto, che non usa il container reefer, quindi e' comico
che l'articolo citi come esperti i soci di Alto Gusto e poi scriva contro di
loro... ^_^
Esempio 5
Nipponico: Se volete provare con uno spirito nuovo anche il sake caldo,
ricordatevi che il procedimento corretto è scaldare il contenitore
immergendolo in una pentola di acqua calda affinché il sake raggiunga la
temperatura di 40-55° C, non di più.
Gentleman: Se si vuole provare anche il sakè caldo, il modo migliore è
scaldare il contenitore, non direttamente il sakè, immergendolo in una
pentola d'acqua calda affinché raggiunga la temperatura di 40-55° C.
Esempio 6
Nipponico: Un bicchiere di sake liscio è il miglior modo per gustare profumi
e sapori: il ghiaccio lo diluirebbe troppo, mentre miscelarlo in cocktail
con altri alcolici gli farebbe perdere la sua riconoscibilità [...]
Gentleman: Va bevuto liscio: il ghiaccio lo diluisce troppo, mentre
miscelarlo con altri alcolici annulla la sua riconoscibilità.
Etc, etc...
Inoltre l'articolo su Getleman contiene un errore relativo alla muffa del
gorgonzola, che ho da poco tolto dall'articolo su Nipponico, ma che c'era
nella versione di un anno fa...
Esempio 7
Nipponico attuale: Il kouji è un riso cotto a vapore su cui vengono sparse
le spore di un fungo, l'Aspergillus oryzae usato anche nella fermentazione
della soia per la produzione di salsa di soia e miso, che ha la funzione di
scomporre gli amidi del riso in molecole di zucchero, in modo da permettere
la fermentazione alcolica.
Nipponico 30 ottobre 2007, che conservo su un cd di backup: Il kouji è un
riso cotto a vapore su cui vengono sparse le spore della muffa Aspergillus
oryzae (simile a quella usata nella produzione del gorgonzola e anche di
salsa di soia e miso), che ha la funzione di scomporre gli amidi del riso in
molecole di zucchero, in modo da permettere la fermentazione alcolica.
Gentleman: Il koji: è il riso cotto a vapore su cui vengono sparse le spore
di una muffa, simile a quella usata nella produzione del gorgonzola, che ha
la funzione di scomporre gli amidi del riso in molecole di zucchero, in modo
da permettere la fermentazione alcolica.
In realtà, le muffe del gorgonzola appartengono alla specie "Penicillum
roqueforti"...
Se Marcialis ci legge, spero si faccia sentire...
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Massimiliano Crippa
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