Rob (Senza Numero)
2009-07-30 09:10:27 UTC
Trad. dal Japan Times 28 Luglio 2009
Articolo di Brian Hedge
All'attenzione del governo giapponese e delle autorità di polizia,
Scrivo questa lettera a tutti voi perché credo che sia nel vostro interesse
comprendere quanto sia pericoloso per i turisti visitare il Giappone.
Il 2 luglio 2009 a Shinjuku un turista statunitense di 74 anni è entrato in
una stazione di polizia per chiedere informazioni. All'interno del koban si
trovavano un agente più anziano (superiore) ed uno più giovane (recluta?).
Il turista ha chiesto dove si trovasse la libreria Kinokuniya e l'agente ha
risposto chiedendo al turista se avesse con sé un coltello tascabile. Dato
che è un cittadino che rispetta la legge, il turista ha risposto di sì e lo
ha dato all'agente anziano. Dopo una rapida misurazione della lama, l'agente
ha arrestato il turista 74enne per possesso di coltello tascabile con lama
di 1 cm al di sopra dei limiti consentiti.
La parte della notizia più sorprendente è che la revisione della legge sui
coltelli era soggetta a moratoria fino al 5 luglio, cioè i possessori di
coltelli che violano le nuove regole avevano tempo fino al 4 luglio per
sbarazzarsene! Inoltre altri due turisti statunitensi sono stati arrestati
lo stesso giorno presso lo stesso koban.
La conclusione è che il turista è stato tenuto 9 giorni in cella. Benvenuti
in Giappone!
Domande:
1. Come possono dei turisti non informati sapere che è proibito portare
coltellini tascabili?
2. Cosa devono fare i turisti se la compagnia aerea, le autorità di
immigrazione statunitensi e giapponesi non li avvisano di queste leggi?
3. Come possono i turisti sapere quanto possano essere illogici e arretrati
i poliziotti giapponesi se le agenzie di viaggio non li avvisano?
4. Perché mai dei turisti gaijin dovrebbero venire in un paese che li
considera criminali?
5. Come mai i cittadini giapponesi non vengono arrestati se infrangono la
stessa legge?
L'uomo di cui sopra non solo è vecchio e debole ma è anche una persona
incredibilmente gentile e innocua. Porta con sé il coltellino ovunque, si
tratta di un oggetto molto piccolo e pratico. Ovviamente comprendiamo che la
legge è legge, qui nessuno vuole che si infrangano leggi in un paese ospite,
ma la realtà è che è assolutamente ingiusto prendere di mira dei turisti che
non hanno alcuna conoscenza delle leggi nipponiche, specialmente se si
tratta di leggi soggette, ancora per un paio di giorni, ad una moratoria per
i cittadini giapponesi.
Questo cittadino statunitense non è mio padre, ma un amico di mio padre ed
era venuto in Giappone per la prima volta. Appena ho scoperto questa
situazione mi sono sorpreso e tubato parecchio, proprio come lo sareste voi.
Ora mi sento obbligato a gettare luce sul fatto che il Giappone è un luogo
terribile da visitare ed estremamente pericoloso se non siete giapponesi. È
incredibile che un turista in Giappone debba temere più il governo o la
forza di polizia nazionale che i cittadini.
Siamo nel 2009, non nel 1809! È ora che il governo e il popolo giapponese
trattino gli stranieri come esseri umani non diversi da sé - con rispetto e
umiltà.
Articolo di Brian Hedge
All'attenzione del governo giapponese e delle autorità di polizia,
Scrivo questa lettera a tutti voi perché credo che sia nel vostro interesse
comprendere quanto sia pericoloso per i turisti visitare il Giappone.
Il 2 luglio 2009 a Shinjuku un turista statunitense di 74 anni è entrato in
una stazione di polizia per chiedere informazioni. All'interno del koban si
trovavano un agente più anziano (superiore) ed uno più giovane (recluta?).
Il turista ha chiesto dove si trovasse la libreria Kinokuniya e l'agente ha
risposto chiedendo al turista se avesse con sé un coltello tascabile. Dato
che è un cittadino che rispetta la legge, il turista ha risposto di sì e lo
ha dato all'agente anziano. Dopo una rapida misurazione della lama, l'agente
ha arrestato il turista 74enne per possesso di coltello tascabile con lama
di 1 cm al di sopra dei limiti consentiti.
La parte della notizia più sorprendente è che la revisione della legge sui
coltelli era soggetta a moratoria fino al 5 luglio, cioè i possessori di
coltelli che violano le nuove regole avevano tempo fino al 4 luglio per
sbarazzarsene! Inoltre altri due turisti statunitensi sono stati arrestati
lo stesso giorno presso lo stesso koban.
La conclusione è che il turista è stato tenuto 9 giorni in cella. Benvenuti
in Giappone!
Domande:
1. Come possono dei turisti non informati sapere che è proibito portare
coltellini tascabili?
2. Cosa devono fare i turisti se la compagnia aerea, le autorità di
immigrazione statunitensi e giapponesi non li avvisano di queste leggi?
3. Come possono i turisti sapere quanto possano essere illogici e arretrati
i poliziotti giapponesi se le agenzie di viaggio non li avvisano?
4. Perché mai dei turisti gaijin dovrebbero venire in un paese che li
considera criminali?
5. Come mai i cittadini giapponesi non vengono arrestati se infrangono la
stessa legge?
L'uomo di cui sopra non solo è vecchio e debole ma è anche una persona
incredibilmente gentile e innocua. Porta con sé il coltellino ovunque, si
tratta di un oggetto molto piccolo e pratico. Ovviamente comprendiamo che la
legge è legge, qui nessuno vuole che si infrangano leggi in un paese ospite,
ma la realtà è che è assolutamente ingiusto prendere di mira dei turisti che
non hanno alcuna conoscenza delle leggi nipponiche, specialmente se si
tratta di leggi soggette, ancora per un paio di giorni, ad una moratoria per
i cittadini giapponesi.
Questo cittadino statunitense non è mio padre, ma un amico di mio padre ed
era venuto in Giappone per la prima volta. Appena ho scoperto questa
situazione mi sono sorpreso e tubato parecchio, proprio come lo sareste voi.
Ora mi sento obbligato a gettare luce sul fatto che il Giappone è un luogo
terribile da visitare ed estremamente pericoloso se non siete giapponesi. È
incredibile che un turista in Giappone debba temere più il governo o la
forza di polizia nazionale che i cittadini.
Siamo nel 2009, non nel 1809! È ora che il governo e il popolo giapponese
trattino gli stranieri come esseri umani non diversi da sé - con rispetto e
umiltà.